Il 19 gennaio nella chiesa evangelica di Villa San Sebastiano (Tagliacozzo), alle ore 20:30 si terrà la celebrazione ecumenica in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2022 sul tema «In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo» (Mt 2,2). La celebrazione è promossa dal vescovo dei Marsi, Giovanni Massaro, insieme al direttore della pastorale ecumenica e dialogo interreligioso, don Cesare Agosta Gottardello, dalla pastora Hiltrud Stahlberger e dal presbitero della Chiesa ortodossa romena p. Daniel Mititelu. La celebrazione, data la situazione pandemica, si potrà seguire solamente attraverso lo streaming e su Zoom. Ogni comunità è invitata a pregare ogni giorno per l'unità, secondo le intenzioni e i formulari reperibili sul sito dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa ecumenica di preghiera dove tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità, secondo il volere di Cristo stesso. Dal 1968 il tema e i testi per la preghiera sono elaborati congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese, per protestanti e ortodossi, e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, per i cattolici.

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Per accedere alla preghiera occorre andare sul sito di zoom.us e inserire
ID riunione: 815 0372 2581
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Ricorre quest’oggi il 107° anniversario del terremoto della Marsica e la positività al Covid-19 mi impedisce purtroppo di essere presente alle odierne manifestazioni civili e religiose programmate per ricordare la terribile tragedia. Avrei tanto desiderato esprimere con la presenza i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà al popolo della Marsica, dal quale mi sono sentito accolto e voluto bene sin da quando ho fatto il mio ingresso in questo territorio. Lo faccio ugualmente nel chiuso e nel silenzio dell’episcopio, elevando al Signore la preghiera per tutti i marsicani rimasti vittime del terremoto e per il bene di una popolazione forte e tenace che nelle difficoltà è capace, più che mai, di ricompattarsi, unificare le forze e rinvigorire la fiducia in Dio.
Il 13 gennaio del 1915 un terremoto dalla potenza devastante colpì la Marsica e distrusse la città di Avezzano, dove morirono oltre diecimila persone su una popolazione di circa tredicimila abitanti. Nell’intera regione del Fucino le vittime complessivamente registrate arrivarono a trentamila. Un moto di solidarietà e di affetto si strinse intorno alla Marsica lacerata dal sisma. Importante fu l’azione della Chiesa e degli ordini religiosi che con don Orione e don Guanella si prodigarono per l’assistenza ai numerosi orfani, sopravvissuti ai loro genitori. Negli anni successivi, con la fine della grande guerra, cominciò la paziente opera di ricostruzione.
In un momento di grave difficoltà, come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, ritengo importante evidenziare la tenacia di un popolo che è stato in grado di reagire ad una funesta sciagura collettiva dando vita, pur fra tante difficoltà, a un progetto di rinascita in grado di riattivare il ritmo normale della vita in un territorio devastato.
Oggi quella tenacia, quello spirito di fede e quel senso di solidarietà, rappresentano di certo un patrimonio prezioso a cui attingere per superare con forza l’attuale emergenza sanitaria.

+ Giovanni Massaro,
Vescovo dei Marsi

Avezzano, 13 gennaio 2022


Nel pomeriggio del 22 dicembre il vescovo dei Marsi, mons. Giovanni Massaro, accompagnato dal cappellano don Francesco Tudini, si è recato nella casa circondariale di Avezzano per celebrare l’eucaristia e incontrare i detenuti. È stato accolto dal direttore, Maria Celeste D’Orazio, e dal comandante capo della Polizia Penitenziaria, Cristiano Laurenti.
Durante l’omelia il vescovo ha detto: «È una delle visite a cui maggiormente tenevo, è iniziato infatti qui il mio ministero in questa terra, il 3 ottobre scorso. In quella occasione ebbi a dirvi di non scoraggiarvi, di non cedere a chi vi sussurra che non potete farcela a costruire un futuro migliore, perché Gesù vi ama e vi vuole bene. A tutti noi capita di commettere degli errori, capita di sbagliare, ma la misericordia di Dio è molto più grande del nostro peccato. Il Natale è la prova che Gesù ci ama, e ci ama davvero. A Gesù non interessano tanto i nostri peccati quanto soprattutto la nostra vita. Egli è sempre pronto a scommettere su di noi. Solo l’amore spinge Gesù a farsi uomo e a divenire uno di noi. Sentitelo vicino, lasciatevi abbracciare da Dio, confidate a lui i vostri segreti, affidate a lui le vostre lacrime, chiedete a lui la forza di rialzarvi quando vi sentite giù. Dio viene in questo mondo per non farci sentire più soli, sappiate confidare sempre sulla sua presenza».
A conclusione della celebrazione eucaristica ha preso la parola un detenuto che, a nome di tutti gli altri detenuti, ha detto: «Eccellenza, monsignor Giovanni, la ringraziamo per la sua seconda visita in questo istituto di reclusione. La ringraziamo per la sua solidarietà che in questo momento ci sta manifestando. Gesù dall’alto della croce ha detto al buon ladrone: “Oggi tu sarai con me in paradiso”. Gesù non gli ha rinfacciato il male che aveva fatto, perché ha letto nel suo cuore il vero rimorso dei suoi errori compiuti. Papa Francesco ha esternato una frase che è entrata nel più profondo dei nostri cuori, ha detto: “Dio perdona sempre, non condanna”. Se tutti arrivassimo a seguire la Parola di Dio con coerenza e sincerità sicuramente sarebbe un mondo migliore. Concludiamo ringraziandola e le auguriamo che la luce di Gesù Bambino illumini la sua strada e la nostra; noi proseguiamo con questa detenzione cercando sempre di consumare il tempo e non permettere mai al tempo di consumare noi. I fratelli ristretti che le vogliono tanto bene, con la sincerità più assoluta».
A fine incontro un altro detenuto ha donato al vescovo un quadro, dipinto a mano da lui, che rappresenta un ponte: il ponte della speranza, «quella speranza – ha aggiunto l’autore – che non vorremmo mai perdere».
Mons. Massaro, prima di congedarsi, ha rivolto ai detenuti l’augurio di un santo Natale, dicendo che fa il tifo per loro, e nel contempo ha chiesto anche di poter contare sul loro affetto e sulla loro preghiera. Insieme al quadro è stato anche regalato un libro che raccoglie le parole di papa Francesco per il Natale.


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