Mercoledì 19 maggio alle 10:00 è stata inaugurata la casa Fratelli tutti, la nuova struttura polivalente gestita dalla Caritas diocesana. «Volti incontrati e abbracciati in un tempo di diffuse fragilità. Di questa dimensione vuole essere segno concreto la casa Fratelli tutti, segno di una Chiesa che, pur con le sue fragilità ma con le sue ricchezze interiori, vuole essere Chiesa del cuore che si rende prossimo, di piedi che cammino verso l’altro e di mani che abbracciano. E oggi, come anche riportato nell’ultimo monitoraggio della Caritas nazionale, i volti che si incontrano sono sempre volti nuovi, volti inediti, volti mai conosciuti prima e tutto questo è un ulteriore stimolo affinché, se vogliamo essere Chiesa dell’incontro, ogni volto sia conosciuto, non al termine o nel centro delle loro sofferenze ma prima, prima... perché o ci muove il cuore, e il cuore muove gli occhi, o altrimenti i volti vengono a chiedere, ad incontrarci e ci colgono impreparati». (mons. Pietro Santoro).

Sono intervenuti il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro; il direttore della Caritas Italiana, don Francesco Soddu; il direttore della Caritas diocesana, don Carmine Di Bernardo; il direttore dell’ufficio diocesano Migrantes, Lidia Di Pietro; il vicario generale ed economo della diocesi, don Francesco Tudini; il sindaco di Avezzano, dott. Giovanni Di Pangrazio. La struttura polifunzionale si trova in città, in via Genova 6, poco distante dalla parrocchia di San Giovanni e nasce dallo sguardo e dal cuore della diocesi dei Marsi come risposta a rinnovate esigenze di prossimità, oltre i vari servizi quotidiani svolti dalla Caritas diocesana.

«Casa e Fratelli tutti: vi lascio due suggestioni», ha raccontato don Francesco Soddu, di Caritas italiana. «La casa è il luogo dove nasce la famiglia, luogo di accoglienza e dove si mette in atto l’apprendimento. Il mio augurio è che casa Fratelli tutti sia un luogo di apprendimento di umanità. Papa Francesco ci dice che i poveri, non soltanto vanno inclusi, ma dai poveri bisogna imparare, perché nella misura in cui si comprende che l’accoglienza è fatta a Cristo, da Cristo noi dobbiamo imparare. E infine l’enciclica Fratelli tutti. Cito un passaggio che mi sta molto a cuore: ogni essere umano ha diritto a vivere con dignità, a svilupparsi integralmente e nessun paese può negare tale diritto fondamentale. Avezzano diventa così esempio per tutto il mondo, nella misura in cui questo avviene. Quando questo principio elementare non è salvaguardato non c’è futuro, né per la fraternità, né per la sopravvivenza dell’umanità. Attraverso quest’opera si abbia un grande futuro per la fraternità e per la sopravvivenza dell’umanità».


 

Dall'Azione cattolica diocesana l'invito rivolto alle parrocchie della diocesi alla santa Messa, presieduta dal vescovo Pietro, domenica 16 maggio alle ore 16:00 nella chiesa dello Spirito Santo in Avezzano, a conclusione del mese degli incontri vissuto dall'Azione cattolica dei ragazzi.


Al via la fase diocesana in preparazione alla Settimana sociale di Taranto

Ambiente, lavoro e futuro: quali le buone pratiche da mettere in campo.
Iniziative guidate dalla Pastorale del lavoro e dalla Tavola della pace.

Al via il percorso di avvicinamento e formazione che la diocesi di Avezzano ha ideato in vista della 49a settimana sociale dei cattolici italiani. Dal 21 al 24 ottobre prossimi, infatti, si svolgerà a Taranto l’incontro nazionale, ma prima del tradizionale appuntamento, saranno diversi i focus e le occasioni di confronto che la pastorale sociale e del lavoro della diocesi marsicana metterà in campo proponendo una riflessione sulle prospettive di riconciliazione universale in un mondo attraversato da una pandemia che ha evidenziato ferite e acuito dolore e sofferenze, imponendo l’urgenza di radicali trasformazioni da compiere.
Le settimane sociali dei cattolici italiani rappresentano da oltre un secolo un importante appuntamento per orientare l’impegno dei cattolici nel tessuto sociale e nel contesto economico, politico e culturale del Paese, di cui offrono un’efficace lettura nell’oggi della storia. Il tema dell’edizione di quest’anno è «Il pianeta che speriamo. Tutto è connesso. Ambiente, lavoro, futuro». Verso un umanesimo integrale delineato dalla Laudato si’ e riaffermato dalla Fratelli tutti, gli organizzatori hanno scelto una metodologia sinodale, partecipativa e propositiva da parte delle Chiese locali. Il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, parafrasando il tema nazionale, ha inteso approntare la preparazione della Chiesa marsicana all’evento di Taranto trasportando in loco l’intestazione della settimana sociale: «La Marsica che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso», con il coordinamento dell’ufficio di pastorale sociale, lavoro, custodia del creato, giustizia e pace e con la collaborazione della Tavola della pace, istituita come «Commissione giustizia e pace», e strumento inserito nel cammino pastorale diocesano (costituita da Azione cattolica, Centro missionario, pastorale giovanile, pastorale familiare, Caritas, Migrantes, pastorale sociale e del lavoro, Agesci e associazione Rindertimi).
Il gruppo di lavoro diocesano, in questa prima fase di preparazione ha diffuso nelle parrocchie e tra le associazioni e i movimenti attivi nel mondo del volontariato della Marsica un questionario per sollecitare confronti, analisi e riflessioni lanciati dall’instrumentum laboris elaborato dal comitato scientifico e organizzatore del convegno di Taranto.

«Il tempo di pandemia che stiamo attraversando - raccontano Maria e Nicola Gallotti, direttori dell’ufficio pastorale del lavoro di Avezzano - ci ha messo di fronte a una serie di problemi, la salute, resa più instabile e a rischio della vita; il lavoro, per molti diventato incerto e insicuro, con conseguenze imprevedibili per famiglie e imprese; le forme di solitudine, più evidenti e differenziate; una formazione generale, non solo scolastica, più faticosa ed evanescente, con attività culturali quasi inconsistenti; territori più disabitati, con relazioni sociali scarse, fuggevoli, fragili, dove la solidarietà si fa più rara. Queste nuove esigenze sono state avvertite dalle comunità parrocchiali, dai movimenti e dalle associazioni? Sono state inserite nei loro percorsi formativi? Questo stiamo chiedendo attraverso il questionario consegnato ai parroci, per raccogliere le buone pratiche e le azioni positive adottate, per contribuire a tracciare nuovi stili di vita e di senso, per trovare strumenti e metodi innovativi ed efficaci».

Dopo aver rielaborato i risultati dei questionari, si passerà alla fase di coinvolgimento attivo di associazioni culturali, enti locali e organizzazioni socioeconomiche del territorio su lavoro, povertà sociali e protezione ambientale e a seguire confronto e implementazione dei dati ulteriori. Nei mesi estivi in programma eventi formativi diretti particolarmente ai giovani. A settembre il convegno diocesano riassuntivo delle azioni progettuali svolte e sintesi preparatoria alla settimana sociale di ottobre, alla quale parteciperà una delegazione diocesana. Dopo l’incontro nazionale una serie di incontri con le foranie per raccogliere le risonanze e i progetti che verranno fuori dopo i lavori del convegno.


Lunedì 3 maggio nella parrocchia di San Rocco sarà accolta la statua della Madonna della Medaglia miracolosa pellegrina che, benedetta a novembre da papa Francesco, sta percorrendo, in peregrinatio l’Italia, da nord a sud, dallo scorso primo dicembre e fino a novembre 2021. L’iniziativa nazionale è dei Vincenziani e l’occasione è il 190° anniversario delle apparizioni. A coordinare l’accoglienza in città, il Gruppo di volontariato vincenziano di Avezzano, guidato da Lucia Stinellis, presidente della sezione avezzanese, che svolge il suo servizio presso la sede operativa nella parrocchia di San Rocco. L’appuntamento è alle 11:00 per la preghiera d’accoglienza alla statua pellegrina, alle 15:00 la preghiera mariana, alle 17:00 il rosario. Alle 18:00 la santa Messa presieduta dal vescovo dei Marsi, Pietro Santoro e concelebrata da altri sacerdoti. Saranno, tra gli altri, presenti: don Adriano Principe, parroco di San Rocco; il missionario vincenziano padre Giuseppe Carulli, assistente regionale Gvv Abruzzo; don Fulvio Amici, assistente del Gvv di Avezzano.

«Accogliamo con grande gioia e gratitudine l’effigie di Maria, che si fa vicina alle nostre comunità e alle persone in difficoltà», racconta Lucia Stinellis. «Il pellegrinaggio vuole esprimere Maria che si fa accanto, nella semplicità più totale. Vogliamo affidare a Maria tutti i poveri che incontriamo quotidianamente attraverso il servizio che svolgiamo con il gruppo delle vincenziane». Era la notte tra il 18 e il 19 luglio 1830 quando Caterina Labouré, novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, vide la Madonna, con cui ebbe un lungo incontro mistico. Il tutto avvenne nella casa madre della congregazione, a Parigi. «I tempi sono molto tristi – le disse la Vergine – disgrazie verranno ad abbattersi sulla Francia. Il mondo intero sarà sconvolto da calamità di ogni genere. Ma tu vieni ai piedi di questo altare, qui le grazie saranno sparse su tutte le persone che le chiederanno con confidenza e fervore… ho sempre vegliato su di voi». Le apparizioni si susseguirono. Quella del 27 novembre fu la più nota. Al termine Caterina sentì una voce che le chiedeva di coniare una medaglia che riproducesse la visione: «Le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie!». Nel 1832 furono creati i primi esemplari, la medaglia fu presto detta miracolosa e la sua azione soprannaturale si manifestò anche in una conversione eclatante, quella dell’ebreo agnostico Alfonso Ratisbonne (1814-1884). Quando costui, il 20 gennaio 1842, attirato da una misteriosa luce in una cappella della chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma, vide ritta sull’altare la Vergine e riconobbe nelle sue fattezze e nella sua posa l’immagine impressa nella medaglia miracolosa che gli era stata donata da un amico cattolico.


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