«Ritorniamo a Dio con tutto il cuore»

Messaggio del vescovo per la Quaresima 2024

Il profeta Gioele, rivolgendosi al popolo d’Israele, afferma: «Or dunque – oracolo del Signore –, ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti» (Gl 2,12). «Con tutto il cuore» significa: non solo con i pensieri, i sentimenti ma soprattutto con le scelte, con le azioni, con le decisioni.
Il tempo della Quaresima è tempo di discernimento, tempo di decisioni personali e comunitarie. Nel passato ai bambini, accanto alle preghiere e ai contenuti della fede, si offrivano in concreto impegni di vita, fioretti che erano chiamati a vivere. Non c’era esame di coscienza a fine giornata che non si concludesse con un impegno concreto per il giorno successivo. Penso che dobbiamo ritornare ad esplicitare ulteriormente la parola di Dio giungendo a individuare e proporre comportamenti e atteggiamenti concreti. È ancora il profeta che ce lo dice: «Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio» (Gl 2,13).
In effetti, anche ai nostri giorni, molti sono pronti a stracciarsi le vesti di fronte alle violenze, agli scandali e alle ingiustizie commessi da altri, ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio cuore, sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta. Un uomo saggio ormai anziano diceva: «Quando ero giovane ero un rivoluzionario e tutte le mie preghiere a Dio erano: “Signore, dammi la forza di cambiare il mondo”. Quando ero ormai vicino alla mezza età e mi resi conto che metà della mia vita era passata senza che avessi cambiato nulla, mutai la mia preghiera in: “Signore, dammi la grazia di cambiare coloro che sono in contatto con me: la mia famiglia, i miei amici e sarò contento”. Ora che sono vecchio e i miei giorni sono contati, comincio a capire quanto sono stato sciocco. La mia sola preghiera è: “Signore, dammi la grazia di cambiare me stesso”. Se avessi pregato così fin dall’inizio, non avrei sprecato la mia vita. Se ognuno pensasse a cambiare se stesso, tutto il mondo cambierebbe».
La Quaresima è tempo propizio per purificare il cuore, eliminando tutto ciò che lo contamina. «Preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti che la Chiesa ci offre in questo tempo di grazia – scrive papa Francesco nel messaggio per la Quaresima – ma un unico movimento di svuotamento: fuori gli idoli che appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà».
Evagrio Pontico, monaco vissuto in Egitto e morto nel 399, ha composto per i suoi monaci alcuni scritti di spiritualità per aiutarli nel cammino di incontro con il Signore e ha indicato in particolare otto attaccamenti dell’io da cui scaturiscono scelte e comportamenti sbagliati. Aiutati dalle catechesi di papa Francesco, che in queste settimane sta esaminando i diversi vizi che costituiscono «le insidie più pericolose per il cuore», proviamo, nel silenzio della nostra preghiera, ad individuare e poi ad eliminare quelli che riteniamo più pericolosi per la nostra vita di relazione con Dio e con i fratelli. Io mi limiterò a elencarli e a soffermarmi solo su uno di essi. Gli otto vizi, descritti da Evagrio, sono i seguenti: avarizia, gola, vanagloria, superbia, ira, tristezza, lussuria e accidia.
Probabilmente il più tenebroso e comunque il più distruttivo dei rapporti umani è l’ira. Quando la persona è troppo ferita vede ovunque nemici o persone che ce l’hanno con lei e reagisce di conseguenza. L’iroso deve fare i conti con la sua ferita per evitare di proiettarla sugli altri, fuori di sé. L’ira è un vizio terribile che sta all’origine di guerre e di violenze. Nella catechesi dello scorso 31 gennaio, papa Francesco ha affermato: «L’ira esprime l’incapacità di accettare la diversità dell’altro, specialmente quando le sue scelte divergono dalle nostre. Non si arresta ai comportamenti sbagliati di una persona, ma getta tutto nel calderone: è l’altro così com’è, l’altro in quanto tale a provocare la rabbia e il risentimento».
Chi è dominato dall’ira ritiene che il problema sia sempre dell’altro: mai è capace di riconoscere i propri difetti, le proprie mancanze. Si arriva a detestare tutto dell’altra persona. «È importante – ha affermato ancora il santo padre – che tutto si sciolga subito, prima del tramonto del sole».
Come si contrasta però l’ira? Attraverso un bagno di umiltà e con la pazienza che è esercizio di misericordia verso il peccatore o verso chi la pensa diversamente da me. In un mondo e una società segnati dalla violenza verbale e fisica nonché dal facile contrasto, proviamo ad eliminare dal nostro cuore ogni forma cattiva di ira e di collera.
Il cammino sinodale che stiamo vivendo ci suggerisce che la Quaresima è tempo non solo di decisioni personali bensì anche di discernimento comunitario. Approfittiamo pertanto delle tante occasioni che ci verranno offerte a livello parrocchiale e diocesano per lasciarci illuminare dallo Spirito Santo, individuare ed eliminare gli atteggiamenti che, maggiormente, appesantiscono il cammino delle nostre comunità e ritornare a Dio con tutto il cuore.

Vostro, aff.mo
+ Giovanni Massaro
Vescovo dei Marsi


Il vescovo dei Marsi, Giovanni Massaro, domenica 11 febbraio alle 17:30 presiederà la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Avezzano, promossa insieme all’UNITALSI e alla Pastorale della salute, in occasione della Giornata mondiale del malato. La Messa potrà essere seguita anche in TV sul canale 15 Infomedianews e sulla pagina Facebook della diocesi.
La celebrazione della 32ª giornata, che ricorre nella memoria della beata Vergine Maria di Lourdes, è un momento propizio per riservare una speciale preghiera e attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità. La giornata si aprirà alle 17:00 in cattedrale, con la recita del santo Rosario, e a seguire, alle 17:30, la Messa. Dopo la Messa la tradizionale processione aux flambeau con la statua della Vergine Maria e la benedizione dei malati.

Si intitola «Non è bene che l'uomo sia solo. Curare il malato curando le relazioni» il messaggio del papa per la XXXII giornata del malato, sull'importanza della vicinanza, dell'attenzione amorevole a chi sta male. «La prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza», scrive il papa. «Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con se stesso. Siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità», ricorda il pontefice. «Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo».


Il 2 febbraio la Chiesa celebra la XXVIII giornata mondiale della vita consacrata. L'appuntamento è alle 17:30 a Tagliacozzo, nella chiesa del convento di San Francesco, con la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Giovanni Massaro in occasione della festa della Presentazione del Signore al tempio.


Il 28 gennaio ci sarà la trentesima edizione della marcia per la pace ad Avezzano. L'appuntamento è alle 15:30 davanti al palazzo del municipio di Avezzano con il saluto del sindaco Giovanni Di Pangrazio e poi tutti in marcia per le strade della città fino alla campana della pace di piazza Nardelli. Qui un momento di preghiera guidato dal vescovo Giovanni Massaro, con la partecipazione della pastora della Chiesa metodista evangelica Hiltrud Hstahlberger.


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