Il vescovo Giovanni, che aveva ricevuto un messaggio augurale in occasione delle festività natalizie da parte della Comunità musulmana della Marsica, ha inviato, a conclusione del mese di ramadan, gli auguri personali e della Chiesa diocesana per la festa dell'ﻋﻴﺪ ﺍﻟﻔﻄﺮ‎

Messaggio del vescovo Giovanni alla Comunità musulmana della Marsica
in occasione della fine del mese sacro di ramadan
e della ricorrenza della festa dell'Eid al-Fitr

Carissimi fratelli musulmani,
vi giungano gli auguri miei e della Chiesa diocesana per la festa dell'Eid al-Fitr.
Gli auguri scambiati durante le festività rafforzano le nostre già buone relazioni. Quest’anno, purtroppo, sia la quaresima sia il ramadan sono stati segnati da un numero crescente di conflitti, che papa Francesco, nel suo instancabile servizio in favore di tutta la famiglia umana, ha definito come “una guerra mondiale a pezzi".
Le cause delle guerre in corso sono sempre le stesse: il desiderio di egemonia degli esseri umani, gli interessi economici del mercato delle armi e le tristi ambizioni geopolitiche di predominio, con conseguenze tragiche per migliaia di sorelle e fratelli che vivono e muoiono in condizioni difficilissime.
Grazie a Dio, l'onnipotente, anche il desiderio di pace è profondamente radicato in ogni donna e uomo di buona volontà. Pur con alcune differenze, entrambi i nostri credi religiosi riconoscono l'essenzialità della formazione delle coscienze al valore assoluto della vita e della pace. Per questo motivo, come credenti non dobbiamo mai stancarci di formare le coscienze e di essere testimoni di speranza. Uniamoci, dunque, nella corale richiesta di spegnere il fuoco dell'odio, della violenza e delle guerre.
Possano il digiuno, le elemosine e le preghiere praticate durante il ramadan portare abbondanti frutti di pace e di speranza.

Vi benedico e vi saluto con affetto fraterno.

Avezzano, 10 aprile 2024

+ Giovanni Massaro
vescovo dei Marsi


Domenica 14 aprile si terrà l’incontro dei cresimandi delle parrocchie marsicane con il vescovo Giovanni Massaro. Un incontro speciale, fortemente voluto dal vescovo che vivrà insieme ai ragazzi momenti di testimonianze, fraternità e dialogo. Saranno proprio i cresimandi infatti a rivolgere le loro domande al presule, a condividere con lui i temi che stanno a cuore ai ragazzi, in particolare a loro che si preparano a ricevere il sacramento della cresima, un passo importante per la fede cristiana che richiede disponibilità di cuore e consapevolezza. L’incontro è promosso dall’Ufficio catechistico e dalla pastorale giovanile, l’animazione dei canti sarà a cura dell’OrchestrACoro di AC. L’appuntamento per i ragazzi è alle 16 nella cattedrale di Avezzano.


Il vescovo Giovanni Massaro, insieme agli arcivescovi e ai vescovi della Conferenza episcopale di Abruzzo e Molise (CEAM), in questi giorni è in Vaticano per la visita ad limina. Tra le foto, quella della Messa presieduta dal cardinale presidente Giuseppe Petrocchi nelle grotte vaticane, l'incontro con il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del sinodo, e la foto ufficiale dell'incontro con papa Francesco.

Leggi qui l'articolo con il resoconto della visita



Resta con noi, Signore!
Messaggio augurale del vescovo Giovanni

«Cristo nostra gioia è risorto». È questo il saluto pasquale caro all’Oriente cristiano; è l’annuncio della nostra salvezza; è la professione della nostra fede.
In realtà, segnati però, dalle nostre amarezze e dalle paure, rischiamo di tenere il fuoco della più bella notizia sotto la cenere di una profonda tristezza.
Anche i discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,13-35) sono delusi e adirati. Hanno assistito al processo, all’agonia, alla morte e alla sepoltura di Gesù. La croce per loro è uno scandalo, è la fine di tutti i loro sogni. Non riescono ad attribuire un significato alla morte di Gesù. Chi sono questi due discepoli? Conosciamo solo il nome di uno dei due: Cleopa.
Da tempo è stata presentata in qualche pubblicazione un’ipotesi che non è da disprezzare secondo la quale i due discepoli sarebbero una coppia: un uomo e una donna. Sta di fatto che dobbiamo comunque arrenderci a non conoscere il nome di chi accompagna Cleopa: il testo, semplicemente, non lo dice. Non lo dice perché il secondo discepolo potrebbe essere tranquillamente ciascuno di noi.
Come i discepoli di Emmaus anche noi siamo in cammino, chiamati a confessare in primo luogo i nostri peccati, le nostre delusioni, le nostre amarezze, le nostre nostalgie. Anche noi nel cammino della vita abbiamo sperimentato e sperimentiamo gli stessi sentimenti dei discepoli di Emmaus: l’incomprensibilità della perdita di una persona cara o di una malattia, la delusione provata da una persona amica, il tradimento di un familiare, la paura di una guerra che si sta allargando sempre più, la pesantezza di una situazione lavorativa, le incomprensioni nelle relazioni, la fatica nel perdonare e nell’accogliere il perdono, la perdita di speranza di fronte al futuro, la delusione per un Chiesa dalla quale ci si aspettava di più.
Come possiamo vivere la Pasqua immersi nelle nostre delusioni e amarezze? Non è forse vero che anche noi, come i discepoli di Emmaus, rischiamo di rimanere prigionieri delle nostre tristezze?
«Ma Gesù disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”» (v. 17). È una domanda che esprime interesse, attenzione e cura. Gesù si affianca ai due discepoli senza imporre il proprio passo, senza rimproverarli. Semplicemente ascolta prendendo sul serio le loro delusioni e cercando di capire che cosa c’è dentro. E poi «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (v. 27). Ciò che consente di far tornare ad ardere il cuore dei discepoli è la parola di Dio che riattiva la familiarità con lui.
Ma gli occhi dei discepoli si aprirono e lo riconobbero solo dopo che Gesù prende il pane, recita la benedizione, lo spezza e lo dona (v. 30).
Sono fermamente convinto che occorra crescere nella fede per esperienza prima ancora che per conoscenza. Ciò che la Chiesa sa, è già sempre presente dentro ciò che la Chiesa fa. Da qui l’importanza di una autentica pratica liturgica. È nell’ascolto della parola di Dio e nei sacramenti, in particolare l’eucaristia, che noi sperimentiamo che Gesù cammina con noi. Le delusioni ci saranno sempre, ma non ci getteranno nello sconforto perché Cristo risorto rimane accanto a noi. Il bambino si addormenta sereno quando sa che la mamma è vicina a lui. Ciò che da pace al bambino è la certezza che la mamma è rimasta lì accanto al suo bambino.
E allora, come i discepoli di Emmaus, non ci resta che gridare: «Resta con noi, Signore!», e sarà Pasqua anche per noi. Tanti cari auguri!

Vostro, aff.mo
+ Giovanni Massaro
Vescovo dei Marsi

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