Sette le chiese che nella Marsica saranno luogo di riconciliazione

L'anno santo si vivrà anche nelle Chiese particolari dove si potrà ugualmente ottenere l'indulgenza plenaria alle solite condizioni, e visitando in pellegrinaggio una delle sette chiese giubilari scelte dalla diocesi: ad Avezzano la cattedrale dei Marsi, il santuario della Madonna di Pietraquaria, il santuario della Madonna del Silenzio; a Pescina la basilica concattedrale di Santa Maria delle Grazie; a Trasacco la basilica dei Santi Cesidio e Rufino; a Pereto/Rocca di Botte il santuario della Madonna dei Bisognosi; a Tagliacozzo il santuario della Madonna dell'Oriente.
Le sette chiese giubilari della diocesi, secondo quanto auspicato nella bolla papale di indizione Spes non confundit, sono chiamate ad essere luoghi santi di accoglienza e spazi privilegiati per generare speranza «attraverso in particolare il sacramento della Riconciliazione sacramentale che non è solo una bella opportunità spirituale ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno». I parroci e i rettori delle chiese giubilari, con l'aiuto degli altri presbiteri e religiosi, assicureranno così ai fedeli la possibilità di accostarsi, in alcune fasce orarie delle giornate, al sacramento della Riconciliazione. L'invito alle comunità parrocchiali è a vivere questi speciali momenti promuovendo pellegrinaggi giubilari, preceduti da momenti di catechesi in parrocchia.
La celebrazione di apertura del giubileo si terrà ad Avezzano, nel pomeriggio di domenica 29 dicembre, con la concelebrazione eucaristica e la partecipazione dell'intera comunità diocesana. Per questo motivo, in quella domenica, nelle parrocchie della diocesi, non si terrà la celebrazione eucaristica vespertina ma ci si ritroverà tutti alle 17:00 presso la chiesa della Madonna del Suffragio, adiacente all'Istituto Don Orione, e in pellegrinaggio ci si recherà nella chiesa cattedrale per la Messa.
Il pellegrinaggio diocesano a Roma invece è fissato per giovedì 4 settembre 2025. Sul sito e sui social della diocesi si troveranno ulteriori informazioni sulle iniziative in programma durante l'anno. Intanto è possibile, per le parrocchie che ne faranno richiesta, ospitare la mostra itinerante promossa dall'Archivio storico diocesano, che ripercorre la storia dei giubilei con documenti e oggetti che ne raccontano plasticamente le vicende ei personaggi. La mostra è stata già allestita nel mese scorso a Tagliacozzo, nella chiesa di Sant'Antonio Abate, ed è ora a disposizione delle parrocchie.

In questo speciale periodo ci sarà anche un'opera-segno, perché la Chiesa diocesana, durante l'anno giubilare, sosterrà la Casa Fratelli tutti, nata ad Avezzano nel 2021, con l'obiettivo di realizzare percorsi di inclusione e reinserimento sociale, restituendo diritti di cittadinanza a quanti per molteplici motivi hanno perso ogni riferimento sociale, familiare e collettivo. Il progetto per l'anno 2025 è di allestire, con strumentazione adeguata, lo spazio già dedicato a sala medica per le persone accolte, aprendosi a servizio per tutta la comunità. La sala medica ha ottime potenzialità per un servizio più strutturato, grazie alla collaborazione dei medici cattolici e della rete di medici volontari che finora - in maniera occasionale - hanno lavorato nella struttura chiamati per esigenze dei singoli ospiti accolti. Un ambulatorio, in questo tempo segnato da una sempre maggiore rinuncia alla cura da parte delle persone vulnerabili, può essere un segno di vicinanza per quanti non possono più permettersi visite specialistiche.


 

Domenica 1° dicembre dalle 15:00, nella chiesa di San Rocco in Avezzano, l'atteso appuntamento del secondo meeting dei cori liturgici della diocesi dei Marsi, un evento che vedrà la partecipazione di numerosi gruppi corali provenienti dalle diverse parrocchie del territorio. L'incontro, che sarà aperto dall'intervento del vescovo Giovanni Massaro, oltre ad essere un importante momento di condivisione e crescita per i musicisti e i cantori impegnati nella liturgia, avrà come prezioso relatore don Antonio Parisi, compositore e direttore di coro di fama nazionale dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto.
Durante la scorsa edizione del meeting, il vescovo Massaro sottolineava con forza l'importanza del canto liturgico come mezzo privilegiato per avvicinarsi a Dio e per far vivere più intensamente la celebrazione eucaristica. «Il canto nella liturgia - ha detto il presule - non è solo un abbellimento, ma è una preghiera, un'espressione viva della fede del popolo di Dio, occorre continuare a formarsi e a crescere nella consapevolezza che anche la bellezza del canto liturgico è una via privilegiata per incontrare il Signore». Queste parole, in questo nuovo anno pastorale, offrono un profondo spunto di riflessione su come la musica, quando ben inserita nel contesto liturgico, possa trasformare e innalzare lo spirito.
Il cuore del pomeriggio sarà l'intervento di don Antonio Parisi, figura di spicco nel panorama della musica sacra italiana. Parisi terrà una relazione dal tema «Il coro, cuore dell'assemblea», in cui evidenzierà l'importanza di una corretta formazione musicale per chi presta servizio nei cori parrocchiali. Motiverà come il ruolo del coro non sia quello di intrattenere, ma di guidare l'assemblea nella preghiera attraverso il canto. «Il coro è chiamato a essere un autentico strumento di evangelizzazione, capace di toccare i cuori e di far vibrare le corde dell'anima», ha dichiarato Parisi in una recente intervista.
Nel corso del pomeriggio ci sarà anche la presentazione ufficiale dell'inno diocesano per il prossimo giubileo 2025, dal titolo Gesù, porta di salvezza, composto dal responsabile dell'Ufficio musica sacra della diocesi, don Andrea De Foglio. L'inno, che trae ispirazione dalla bolla papale di indizione per il giubileo Spes non confundit, verrà presentato e sarà eseguito per la prima volta, per invitare a riscoprire la speranza come fondamento della fede cristiana.
Il secondo meeting dei cori liturgici si concluderà con la celebrazione dei secondi vespri della prima domenica di Avvento, presieduta dal vescovo. L'incontro sarà motivo di crescita sia sotto il profilo musicale che spirituale, un'occasione preziosa per rafforzare il legame tra fede e arte. L'obiettivo è lasciare una traccia profonda nei cuori dei partecipanti, ispirandoli a proseguire il loro cammino con rinnovato entusiasmo e consapevolezza verso il giubileo.


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Siamo alle porte dell'Avvento, il tempo liturgico di preparazione al Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini. Contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso il racconto ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. Il vescovo Giovanni Massaro dona ai fedeli della Chiesa locale una riflessione utile in questo tempo prezioso, da dedicare alla preghiera, per preparare il cuore ad essere disponibile ad accogliere Gesù, «nostra speranza» (1Tm 1,1).

Rianimare la speranza

 

Quest'anno il tempo di Avvento è caratterizzato da due eventi straordinari: non solo ci introduce a vivere con gioia e semplicità il mistero ineffabile del santo Natale, ma costituisce anche la preparazione prossima al giubileo, che avrà inizio proprio il 24 dicembre con l'apertura della porta santa della basilica di San Pietro in Vaticano. Nella bolla di indizione del giubileo, papa Francesco indica la virtù della speranza come il suo messaggio centrale. «Tutti sperano – scrive il santo padre – ma spesso incontriamo persone sfiduciate che guardano all'avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire la loro felicità. Possa il giubileo essere per tutti occasione per rianimare la speranza».
L'Avvento è il tempo favorevole alla riscoperta della speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile perché ancorata in Cristo, Dio fatto uomo, roccia della nostra salvezza. La capacità di sperare è ciò che distingue i cristiani. San Paolo, scrivendo agli Efesini, ricorda loro che, prima di abbracciare la fede in Cristo, erano «senza speranza e senza Dio nel mondo» (2,12). Se manca Dio viene meno la speranza e tutto diventa buio. Oggi, più che mai, noi cristiani siamo chiamati a offrire segni di speranza in un mondo che sembra averla smarrita.
Nella mia ultima lettera pastorale, Furono colmati di Spirito Santo, consegnata due mesi fa alla comunità diocesana, indico alcuni segni di questa virtù e che sollecito a viverla in questo periodo. Il primo segno tangibile di speranza è stare vicini alle persone sfiduciate che si trovano nel dolore o nella sofferenza. La missione della Chiesa, infatti, non è quella di giudicare ma di farsi carico delle ferite degli uomini e delle donne. In un mondo, inoltre, segnato dalla divisione, dalla guerra e dalla facile violenza, un altro segno di speranza che la Chiesa è chiamata ad offrire è quello di essere luogo in cui si sperimenta la comunione con Dio e tra gli uomini. Infine, in un tempo in cui prevale il lamento e ci si attarda a notare le cose che non vanno, la comunità cristiana può essere segno di speranza nella società, portando avanti la sua missione educativa e testimoniando con entusiasmo la gioia e la bellezza di vivere. La speranza però va alimentata attraverso la preghiera. La recente ricerca Censis, Italiani, fede e Chiesa, ha fatto emergere dati variamente interpretabili e che sono comunque utili provocazioni a pensare. Risulta ad esempio interessante notare che il 66% degli italiani dichiara di pregare. Una pratica in cui si investe anche il 65,6% dei cattolici non praticanti. Altro dato interessante è che dal 54,4% la preghiera è vissuta come un'occasione in cui riflettere su se stessi e conoscersi meglio. Dinanzi a questo bisogno, siamo interpellati, come Chiesa, a rimettere al centro la nostra vocazione di aiutare gli uomini ad incontrare il Dio di Gesù Cristo. Oggi più che mai c'è bisogno che la comunità credente diventi ancora una volta strumento di fede e di accoglienza in cui s'insegna a pregare piuttosto che ad essere uno spazio in cui si parla di Dio o dove si apprende di tutto. Auspico che tutte le comunità siano luoghi privilegiati, in questo tempo di Avvento e per l'intero anno giubilare, per la preghiera e si incrementano le iniziative, affinché ogni persona possa trovare in esse un'oasi di raccoglimento e di silenzio per riprendere il cammino con il cuore colmo di fiducia e di consolazione.
Desidero, e mi auguro, che tutte le famiglie della diocesi siano chiese domestiche, dove si scopra e di nuovo si impari a pregare per essere artigiani e costruttori della civiltà dell'amore. Prodighiamoci pertanto ad abbellire di tante luci le nostre case, affrettiamoci ad allestire presepi, ma soprattutto fermiamoci a pregare. La preghiera è il grido silenzioso che esce dal cuore dell'uomo e sale a Dio. Essa solo alimenta la speranza perché ci rende pronti e disponibili ad accogliere Gesù, nostra speranza.

+ Giovanni Massaro
Vescovo dei Marsi


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A margine dell'VIII giornata mondiale dei poveri, celebrata in tutte le parrocchie domenica 17 novembre, la Caritas diocesana invita tutti giovedì 21 novembre alle 20:30 al teatro dei Marsi, allo spettacolo Gran casinò, per riflettere su ludopatia e gioco patologico, tra i principali problemi delle famiglie che quotidianamente vengono accolte nei centri di ascolto Caritas di Avezzano. Lo spettacolo teatrale, sui rischi del gioco d'azzardo, è messo in scena dalla compagnia Itineraria teatro, che da più di trent'anni è specializzata nel teatro di denuncia sociale. Uno spettacolo per dire no al gioco d'azzardo, anche a quello legale, e per contribuire a creare consapevolezza su un perverso business gestito dalle lobby del gioco e della malavita.


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