Marco, della Galilea, formato dalla scuola paterna sulle tradizioni e le cerimonie, ha vissuto la fanciullezza nella semplicità del cuore e nel timore di Dio. Arrivato alla maggiore età, dopo un lungo viaggio, arrivò ad Atina. Qui, ospite del nobile e ricco Palaziano, che aveva accolto l'apostolo Pietro proveniente da Antiochia diretto a Roma, ricevette il battesimo e si mise al seguito dall'apostolo, divenendo stretto collaboratore nella predicazione. Fu ordinato sacerdote e per la condotta, la dottrina e i miracoli portò molti dall'errore alla via della salvezza. Così l'apostolo promosse Marco vescovo di Atina, perché con la predicazione e i prodigi rimuovesse il culto dei demoni e la tirannia dei vizi.
Entrando ad Atina Marco vide la statua del dio Giano cui veniva reso culto idolatrico, e la polverizzò con un segno di croce. Accolto in casa di Palaziano, che aveva perduto la moglie, lo consolò e, parlando delle caducità dalle vita mortale e della felicità eterna, lo convertì alla fede cristiana con altri cinquantasette familiari e diede loro il battesimo. Consacrò in onore del suo maestro Pietro un tempio vicino alla casa di Palaziano, che ancora oggi viene ricordato come primo tempio delle fede dagli atinati. Qui il santo vescovo istituì sette presbiteri e altrettanti diaconi.
Convertì ancora altre cinquemila persone. Denunciato tutto questo al preside della Campania, Massimo, ebbe inizio una dura persecuzione: Marco fu arrestato e portato davanti al giudice, che lo maltrattò con diverse angherie. Rifiutandosi di sacrificare agli dèi, fu rinchiuso in carcere e condannato a morire di fame. Dopo sette giorni, soccorso e rifocillato da un angelo, era vispo e vegeto; il preside lo condannò ad altri atroci tormenti, fino a quando non lo fece decapitare.
San Marco Galileo è commemorato nella diocesi dei Marsi, perché si crede che sia stato il primo predicatore della fede cristiana nel paesi del carseolano, confinanti con Atina. Le notizie però non hanno alcun riscontro storico e la tradizione risale all'alto medioevo.
La sua memoria si celebra il 28 maggio; ad Atina viene celebrato il 1° ottobre di ogni anno.


 

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