Da venerdì 11 a domenica 13 ottobre, nella splendida cornice dell’antichissima chiesa di Sant’Antonio Abate in Tagliacozzo, in vista del prossimo giubileo ordinario del 2025, l’Archivio storico diocesano allestirà una mostra che ripercorre la storia dei giubilei ed esporrà documenti e oggetti, dell’archivio e non, che ne racconteranno plasticamente le vicende e i personaggi. L’evento della mostra si svolgerà all’interno della manifestazione Cantine nella roccia, che ogni anno si tiene nel borgo antico della città che fu sede del ducato dei Marsi. La mostra, ideata da don Ennio Grossi, responsabile dell’Archivio storico diocesano, e curata dagli archivisti Eleonora Di Cristofano e Antonio Maria Socciarelli, storici e collaboratori dell’archivio, si articola su quaranta pannelli descrittivi: uno per ogni singolo giubileo o anno santo, altri sull’istituzione del giubileo ed altri sul significato dell’indulgenza e dei simboli del pellegrinaggio.
Saranno esposti: documenti originali custoditi in archivio relativi agli eventi accaduti in diocesi in riferimento ai singoli giubilei: copie anastatiche dall’Archivio apostolico vaticano (come la bolla con il sigillo in piombo del giubileo del 1300, la bolla con il sigillo in piombo del giubileo del 2000, la mappa della visita delle sette chiese istituita nel 1575, i documenti relativi ai giubilei mancati a causa dei moti risorgimentali del 1800); i mattoni con cui furono murate le porte sante a chiusura del giubileo del 2000; una statua lignea di san Rocco raffigurato in abiti da pellegrino.
La scelta del luogo è fortemente simbolica: la chiesa di Sant’Antonio Abate, sede dell’omonima confraternita, risale come si evince dall’iscrizione sull’architrave del portale al 1425. Essa fu soggetta all’Ordine costantiniano (Sacro militare ordine costantiniano di san Giorgio) come evidenzia lo stemma dello stesso ordine posto sulla lunetta del portale d’ingresso con l’iscrizione: «Sacellum S. Constant. Immediate Subiectum». La chiesa sorgendo lungo il tracciato della via Valeria ed essendo dotata di un ospitale, offriva proprio ai pellegrini che percorrevano la via, da e per Roma, un riparo e la sussistenza necessarie per il viaggio.


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