L’augurio di fine anno del vescovo Pietro Santoro è affidato a una bellissima preghiera, un suo Te Deum, dove loda e ringrazia il Signore per i doni ricevuti come cristiani, come Chiesa locale e popolo in cammino.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per il dono della vita
che tu ci hai consegnato nell’amore dei nostri genitori:
anche se attraversata da prove e turbamenti
la vita è il grande libro dove ognuno di noi scrive il percorso della sua salvezza.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per il Battesimo che abbiamo ricevuto:
ci hai scelti come tuoi figli e nessuno sarà mai abbandonato dal tuo amore.
Perché è il tuo amore la perenne speranza dei nostri passi.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per la santa Chiesa,
tua Sposa e nostra Madre:
in essa siamo generati e continuamente rigenerati nella fede e nella verità,
nella tua verità, che è sempre oltre le nostre parziali vedute
perché colloca l’eterno dentro i frammenti dell’esistere.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per le famiglie dove gli anziani sono amati, abbracciati e custoditi
come si custodisce uno scrigno prezioso da cui attingere il senso delle nostre origini
e le parole della sapienza per il nostro oggi.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per i nostri sacerdoti:
tu li hai chiamati e loro hanno risposto nella vocazione
e nella scelta di essere il segno di Cristo
che perdona, che serve, che spezza il pane dell’immortalità.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per i diaconi
e per le donne e gli uomini della vita consacrata,
per quanti sono accanto ai sacerdoti nelle comunità parrocchiali
e diventano presenza di collaborazione pastorale,
perché hanno compreso che corresponsabilità non è una parola generica
ma la dimensione di una Chiesa dove si sta insieme
per operare, per trasmettere, e non per osservare.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per il nostro popolo
che tra difficoltà economiche e precarietà
riesce ancora a tenere aperta la porta a un Vangelo quotidiano
vissuto nella sequela umile e coraggiosa.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per quanti spendono energie, tempo e risorse
nel volontariato e nella prossimità fraterna
a chi percorre il tempo del dolore.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per gli ammalati
che sanno unire le loro sofferenze alla tua Croce,
in un mistero di comunione che solo in cielo sarà svelato,
quando scopriremo la risposta ai perché che la ragione non contiene.
Ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore, per papa Francesco:
con lui vogliamo costruire una Chiesa che non si chiude come un recinto
ma che esce da se stessa e va,
va libera da ogni mondanità,
va per essere il segno della tua tenerezza.
+ Pietro