Il vuoto e la presenza

 

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa dei Marsi, sono passati circa due mesi dal mio ingresso in questa terra ricca di storia e di doni. Nel giorno della celebrazione di inizio del mio ministero episcopale volutamente ho visitato, prima di raggiungere la chiesa cattedrale, le periferie esistenziali di Avezzano, recandomi presso la casa circondariale e presso la casa di accoglienza Fratelli tutti. Nei giorni successivi ho visitato diverse comunità parrocchiali a partire dai piccoli paesi e borghi, incontrando tanti di voi e ricevendo tanto affetto.
Il popolo della Marsica è davvero un popolo tenace e buono. L’occasione è stata propizia per manifestare soprattutto nei piccoli centri la prossimità della Chiesa chiamata a rendere visibile l’amore di Dio: Dio non fa preferenza di luoghi e di persone in quanto desidera salvare tutti, privilegiando però le realtà più piccole e più umili. Ho visitato realtà con pochi abitanti e con la paura di rimanere sempre più soli.
Il tempo di Avvento è tempo propizio per contemplare il Signore presente. Con la parola Avvento si vuole sostanzialmente dire che Dio non si è mai ritirato dal mondo, non ci ha mai lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi.
Il Signore è infatti presente nell’anno liturgico; nell’assemblea che celebra; nella parola contenuta nella sacra Scrittura; nel pane spezzato e nel vino versato dell’Eucaristia e poi nel fratello che incontriamo soprattutto se povero e abbandonato.
Diventa allora importante, in questo tempo di Avvento, sostare in silenzio per sperimentare il vuoto e scorgere la presenza di Dio. Senso di abbandono e desiderio di una presenza possono aiutarci a vivere nel migliore dei modi questo tempo. L’Avvento fa infatti appello a due fondamentali sentimenti dell’animo umano: il desiderio ardente e l’attesa gioiosa. Sono due sentimenti attraverso i quali noi facciamo esperienza da un lato di un’assenza e dall’altro di una presenza invocata, cercata. Se non percepiamo queste due dimensioni non riusciremo a vivere con verità l’Avvento.
L’Avvento vuole educarci a percepire un’assenza nella nostra vita, a sentirla come un vuoto che niente e nessuno può colmare. Fin dalle prime battute, la liturgia ci mette in questa prospettiva ponendo sulle nostre labbra il grido di Isaia: «Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie?» (Is 63,16-17). D’altro canto, l’Avvento vuole educarci a reclamare la presenza del Signore affinché colmi il nostro vuoto: «Ritorna per amore dei tuoi servi… Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (Is 63,17.19).
Il cammino sinodale, intrapreso da qualche settimana, è per di più una buona opportunità per porci in ascolto dei desideri e delle attese degli uomini e delle donne del nostro tempo, per aiutarli a discernere e orientare tali desideri e attese che sono molteplici e spesso frammentati, costantemente in conflitto, nel desiderio e nell’attesa di un uomo, un volto, una presenza che è capace di riempire di luce e di verità l’intera esistenza.
E da questa presenza desiderata, attesa, invocata per tutto l’Avvento e che si realizzerà a Natale, noi ancora una volta impariamo lo stile di un Dio che viene incontro a noi non laddove c’è grandezza ma piccolezza, non nel prestigio e nell’abbondanza ma nella povertà di mezzi e di risorse.

Buon cammino!

+ Giovanni Massaro
Vescovo dei Marsi

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